Sintesi
L’oratorio del SS. Rosario fa parte del complesso architettonico della Chiesa e del convento di San Domenico. Ubicato nell’attuale via Bambinai, una delle tante piccole arterie storicamente occupate da botteghe artigiane oggi scomparse, l’oratorio si trova a un livello più alto rispetto al piano stradale, con una facciata semplice e dimessa, così come da consuetudine per gli oratori cittadini.Dal piano stradale, una scalinata immette all’interno del vestibolo rettangolare dotato di una volta a sesto ribassato, dal quale si accede, secondo il consueto impianto architettonico degli oratori, all’aula rettangolare. L’aula, con presbiterio quadrangolare cupolato e pavimento in maioliche bianche e nere, è decorata con pitture seicentesche che rappresentano i Misteri del Rosario e stucchi. L’apparato decorativo fu realizzato agli inizi del Settecento da Giacomo Serpotta (Palermo 1656-1732), già autore del quasi coevo oratorio di S. Cita, e dai suoi familiari. La facciata venne realizzata nella seconda metà del XVIII secolo dall’architetto Vincenzo Fiorelli. La decorazione della facciata è classicheggiante: è scandita da paraste composite che sorreggono una cornice continua e termina con un timpano triangolare. Coppie di composite inquadrano un portale con timpano curvilineo poggiato su altre due paraste dello stesso ordine. Al di sopra della trabeazione è un mezzanino, con una finestra ad arco che illumina il retrostante vestibolo.
La realizzazione dell’oratorio venne avviata nel 1574, con successivi interventi e ampliamenti nel 1580, nel 1594, nel 1610, nel 1613 e nel 1627, attribuiti in parte a Giuseppe Giacalone. Una seconda fase di trasformazioni si verificò nel Settecento, con la riconfigurazione dell’interno e della facciata. Il presbiterio fu realizzato solo nel 1627. Nel XVIII secolo furono riconfigurati l’interno e la facciata. La facciata dalla composizione classicheggiante fu realizzata su progetto dell’architetto Vincenzo Fiorelli (Palermo, 1752-1804) del 1786. Il progressivo allestimento dell’apparato decorativo si può sintetizzare in tre principali fasi cronologiche: la prima risalente alla fine de secondo decennio del Seicento con l’acquisto delle prime importanti tele, di cui pare alcune del pittore caravaggista siracusano Mario Minniti (1577-1640).La seconda fase si apre con la commissione nel 1625 al pittore fiammingo Anton Van Dyck (Anversa 1599-Londra 1641) della pala d’altare raffigurante la Madonna del Rosario. Negli stessi anni si commissiona a Pietro Novelli (Monreale 1603- Palermo 1647) l’affresco centrale della volta raffigurante l’Incoronazione della Vergine. Successivamente Novelli realizzò anche per l’oratorio altre due tele: la Pentecoste e la Disputa di Gesù. La terza fase tra il primo e il secondo decennio del XVIII secolo vede impegnato Giacomo Serpotta nell’allestimento a stucchi.
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