Complesso di San Domenico

Chiesa, Chiostro, Convento (1270-1290 (primo impianto); 1480-1560 (seconda fase costruttiva); 1640-anni Settanta del XVIII secolo (terza fase costruttiva)
Prospetto principale sulla piazza

Accessibilità

Sintesi

Il complesso di San Domenico, costituito dalla chiesa, dal chiostro e dal convento, sorge in un’area compresa tra Piazza San Domenico, via Giovanni Meli e via Bambinai. L’ingresso principale alla chiesa si trova sulla piazza omonima, mentre quello secondario si trova sulla via Meli. L’accesso al convento avviene invece da via Bambinai. Parte del convento, addossato al lato settentrionale della chiesa, ospita oggi la Società Siciliana di Storia Patria. Sono poi adiacenti al complesso l’Oratorio del SS. Rosario e la chiesa dei Cavalieri di Malta. La chiesa di San Domenico, per la sua estensione complessiva, rappresenta l’edificio di culto più vasto della Sicilia, dopo la Cattedrale di Palermo. A partire dal 1853, inoltre, la chiesa assunse il ruolo di Pantheon dei siciliani illustri.L’interno, benché realizzato nella seconda metà del Seicento, risponde alla scelta di un barocco severo secondo la sobrietà tipica dello stile di vita dell’Ordine Domenicano. La chiesa ha un impianto planimetrico a croce latina, con tre navate divise da sedici colonne monolitiche in marmo di Billiemi e di ordine tuscanico, che reggono arcate a tutto sesto. Le navate laterali sono arricchite da cappelle che ospitano preziose opere d’arte, molte delle quali risalgono alla seconda costruzione della chiesa, avvenuta nel XV secolo.Il corpo longitudinale è attraversato ortogonalmente dal transetto, caratterizzato da due monumentali altari: il primo, dedicato a San Domenico, opera del Bazzano e il secondo, dedicato alla Madonna del Rosario, opera di Vincenzo degli Azzani detto Da Pavia.La facciata, realizzata nel 1726 in stile barocco, è incorniciata da due campanili che ne slanciano la figura. La sua configurazione è scandita da un sistema di colonne che restano distaccate dalla superficie muraria retrostante. Nel livello inferiore, centralmente si apre il portone di ingresso, sormontato dallo stemma dell'ordine domenicano; nel livello superiore si apre invece una grande finestra e lateralmente delle nicchie che ospitano le statue di santi (San Tommaso d'Aquino e San Pietro) e ai lati, al posto delle colonne, si trovano le statue dei pontefici domenicani (Pio V, Benedetto XI, Innocenzo V e Benedetto XIII), modellate da Giacomo Serpotta e dal nipote Giovan Maria. In asse con il portone di ingresso, ancora più in alto, si trova la statua di San Domenico.La costruzione del chiostro, coeva alla fondazione del convento, risale con ogni probabilità agli ultimi decenni del secolo XIII: realizzato in stile gotico-normanno a pianta rettangolare, a ridosso del lato nord della chiesa. Le tre corsie originarie presentano arcate sorrette da colonnine binate tortili, o lisce, di varia struttura e dimensione, con capitelli di fogge e decorazioni diverse, principalmente floreali; la corsia meridionale presenta arcate a tutto sesto, sorrette da colonne di ordine tuscanico. Il chiostro ha subito attraverso i secoli numerosi interventi.Affiancato al lato settentrionale della chiesa è situata la sede della Società Siciliana per la Storia Patria, fondata nel 1873 in parte dei locali dell’ex convento domenicano.

La storia del complesso di San Domenico conta tre fasi corrispondenti a tre diversi impianti (IMMAGINE 1). Il primo impianto, che comprendeva già la chiesa, il convento e il chiostro, sorse alla fine del XIII secolo, nell’area oggi occupata dal presbiterio, secondo un orientamento opposto a quello attuale. Una seconda fase di ampliamento, riguardante solo la chiesa, sarebbe avvenuta tra il 1480 e il 1560 mentre i lavori del convento, avviati nella seconda metà del Cinquecento, continuarono oltre il secolo. L'attuale configurazione interna della chiesa risale alle trasformazioni avviate nel 1640 su progetto dell’architetto domenicano Andrea Cirrincione, che la realizzò abbattendo una precedente costruzione rinascimentale.La facciata è di costruzione più tarda e risale infatti al 1726. La sua realizzazione è di poco successiva alla sistemazione di piazza San Domenico, avvenuta nel 1724 ad opera di Tommaso Maria Napoli, che fece realizzare da Giovanni Amico anche la colonna monumentale dell’Immacolata, presente ancora oggi.Nel chiostro, realizzato alla fine del XIII secolo, venne sostituita nel XVI secolo la copertura on volte a botte e a crociera nella corsia meridionale.Nello stesso periodo il convento venne ampliato e nel 1873 parte dei locali vennero ceduti alla “Società Siciliana per la Storia Patria”.

Alla fine del XIX secolo, vennero avviati degli interventi di consolidamento che frenarono il collasso della struttura. Vennero condotte diverse opere di restauro, le più importanti ad opera dell’architetto Giuseppe Patricolo.Nel 1949 venne eseguito un primo restauro della chiesa da Mario Guiotto, il quale eseguì ulteriori opere a partire dal 1954 riguardanti gli interni e, in particolare, le superifici marmoree di rivestimento delle cappelle e delle navate.Il sisma che colpì la Sicilia occidentale nel 1968, causò alcuni danni alla copertura della chiesa, che vennero riparati dal 1971, quando venne coperto il vuoto della mancante cupola, eliminando il vecchio “timpano” o tappo in legno, che costituiva oltretutto un continuo pericolo per le persone.Gli ultimi interventi risalgono al 1994, quando venne eseguito un saggio archeologico e dei lavori di restauro del chiostro, dagli architetti Stefano Biondo e Giuseppe Cosentino.

L'impianto di fine Cinquecento, con la tipologia a unica navata e profonde cappelle laterali intercomunicanti, che all’esterno dava l’impressione di un impianto a tre navate, si ritrova nelle coeve chiese dello Spasimo, della Gancia, di S. Maria di Gesù e di San Francesco di Paola.Il riferimento alla tipologia basilicale con sostegni colonnari monolitici e capitelli dorici, si ritrova invece nelle chiese di Sant’Anna della Misericordia (dal 1606), San Giuseppe dei Teatini (dal 1619), del Carmine Maggiore (dal 1627), di San Matteo (dal 1633) e vide in San Domenico il suo momento conclusivo.

  • G. Patricolo, "Il chiostro di S. Domenico in Palermo e le sue adiacenze nei secoli XIV, XV e XVI", in «Giornale scientifico di Palermo», anno 1, 7, 25 luglio 1894, pp. 101-106.
  • M. A. Coniglione, "La Provincia domenicana di Sicilia. Notizie storiche documentate", Catania 1937.
  • D. Cerniglia, "La Basilica di S. Domenico in Palermo e il suo finora ignorato architetto", Palermo 1942.
  • M. Guiotto, "I monumenti della Sicilia occidentale danneggiati dalla guerra: protezioni, danni, opere di pronto intervento", Palermo 1946.
  • M. A. Coniglione, "La chiesa di S. Domenico in Palermo", in «L’Illustrazione siciliana», anno IV, 9-12, settembre-dicembre 1953, pp. 13-14.
  • A. Barilaro, "San Domenico di Palermo. Pantheon degli uomini illustri di Sicilia", Palermo 1971.
  • N. Aricò, E. Guidoni, "Piazza San Domenico: la geometria deviante", in "Abitare a Palermo", Roma 1983.
  • E. D’Amico, "Cosimo Agnetta architetto in S. Domenico a Palermo", in "Barocco Mediterraneo, Sicilia, Lecce, Sardegna, Spagna, Atti del Corso Internazionale di Alta Cultura (Roma 1987)", a cura di M.L. Madonna, L. Trigilia, Roma 1992, pp. 330-345.
  • S. Biondo, G. Cosentino, "Il chiostro di S. Domenico a Palermo: vicende costruttive e restauro del monumento", in «Archivio Storico Siciliano», serie IV, vol. XX, 1994, pp. 115-161.
  • M. R. Nobile, S. Piazza, M. Randazzo, S. Savoia, D. Sutera, "La chiesa di San Domenico a Palermo. Quattro secoli di vicende costruttive", Palermo 2012.
  • L. Olivier, "Annali del real Convento di S. Domenico di Palermo, ms. del XVIII secolo, edizione della fonte manoscritta", introduzione e indici a cura di M. Randazzo, Palermo 2006.